Niente miracoli in NFC North: Chicago perde come da copione a Green Bay, Minnesota apprende il risultato e rispetta il suo canovaccio ridicolizzando di intercetti Rivers. Cousins non esalta come altre volte, ma Zimmer neanche ne ha bisogno se su un 3rd e 6 altezza 16-Chargers Davis fa pass-interference in endzone su Rudolph e Irv Smith riceve il 6-0 (fuori l'extrapoint di Bailey) dalle 7. Convergenza migliore quella del piede di Badgley dalle 41: Rivers qui bene (3rd e 12 da 39 yards su Mike Williams, così Hunter su Gordon con fumble recuperato da Harrison Smith per il field-goal stavolta buono di Bailey) e perfino benissimo su Allen, Ekeler e (3rd e goal) ancora Williams, che gli blocca in presa alta un trasversale strettissimo dalle 9 in endzone. Cousins inizia ad attivare Cook e riporta in ritmo il rientrante Thielen su un 3rd e 7: Bailey ha ormai sistemato la mira al calcio (12-10 Vikings), mentre Harrison Smith prende le misure a Rivers intercettandogli uno spiovente a ridosso del centrocampo. Poche yards di qua e Ingram ferma Cousins, qualcuna in più dall'altra parte per i Chargers: la differenza è che Hunter (sack-fumble) e Odenigbo (recupero-palla e ritorno in touchdown, 58 yards) fanno servizio completo. Giornataccia per Rivers, ma Gordon non è che si sia svegliato meglio: 11 secondi di terzo quarto e secondo fumble (Stephen), Hunter stavolta è lì per appropriarsi dell'ovale. Praticamente un assist per il field-goal di Bailey (22-10), ma Minnesota tocca pure il punt di Long per ripartire dalle 41-Chargers con Cousins e Boone. Sempre Bailey ad archiviare la pratica-punti (25-10), vietato per L.A. anche il piccolo passo avanti di un field-goal nonostante l'impegno di Rivers, Allen e Henry. Un 4th e 2 va in porto, un 4th e 14 (in endzone da Mike Williams) no: il drammatico contrappasso è il 3rd e 14 che Cousins e Diggs chiudono in un colpo solo, la run da 13 yards di Boone in touchdown, il fumble Henry-Kendricks-Waynes da cui ancora Boone, dalle 10, costruisce il 39-10 e i due intercetti finali a Rivers di Hughes e Harris.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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