Beati gli ultimi in una irripetibile domenica di sgambetti contropronostico. Da prima pagina quello di Miami sugli Eagles, se non il più improbabile, specie dopo l'intercetto di Darby a Fitzpatrick sul primo pallone lanciato in avanti dal 'barbudo' di coach Flores. Tra qualche ora sarà MVP (mio parere personale) a pari merito con DeVante Parker, per ora soffre e piange nell'angolo delle penitenze perchè Wentz e Sanders ne puniscono l'errore a distanza di nemmeno un minuto, Mills lo sacka su un 3rd e 3 e Philadelphia, ripartendo dalle sole 27 yards di punt di Haack, ha bisogno di una minima quantità di yards (Wentz per Jeffery altezza 35 Miami) per portare al calcio del 10-0 Elliott. Già, Jeffery: Pederson lo ha recuperato assieme ad Agholor e chiunque creda che basti perchè gli Eagles passino senza troppo impegno all'Hard Rock Stadium. Se invece a vincere saranno i Dolphins e se, sulla carta ma non solo, oggi offensivamente gli Eagles sono decisamente più giudicabili di domenica scorsa, quando lì davanti contro Seattle, mancavano praticamente tutti i migliori ad eccezione di Ertz, qualche interrogativo sulla consistenza generale di Phila sarebbe lecito che nella città dell'Amor Fraterno chi di dovere se lo ponesse. Miami mette comunque pesi rilevanti sulla bilancia del match: Fitzpatrick si riprende con un bellissimo lob da catch and run-touchdown a DeVante Parker su un 4th e 4 che anche Philadelphia avrebbe in animo di giocarsi dall'altra parte se Peters non anticipasse lo snap. Elliott ancora nei pali dalle 43 (13-7), 60 invece le yards con cui Fitzpatrick archivia di lancio su DeVante Parker e Wilson un corposo tris di 3rd down, la sola che manca al sorpasso (14-13) Miami se la porta a casa con il lecito inganno di uno smistamento avanzato di Haack (professione punter) e Jason Sanders (di regola un kicker) in stato di FG Formation. Una beffa interpretata da Ertz, Jeffery e Miles Sanders come una grave onta personale che, se Wentz la vendica su Goedert (3rd e 2) e, dalle 15 (3rd e goal) su Arcega-Whiteside convertendo infine esternamente su Agholor (21-14), Miami prova a combinargliene un'altra calciando corto con Jason Sanders il kick di ripresa delle ostilità. Lo ricopre però Phila (Edwards) che ora comincia ad arrabbiarsi sul serio: ancora un paio di terzi da smaltire per Wentz (Goedert e, in endzone, Jeffery), ma il 28-14 non intacca l'allegra, spensierata autostima di chi la partita se la sta giocando a mente libera. Una run di Gaskin, poi Fitzpatrick catapulta palloni per Gesicki, Wilson e (assistenza-touchdown dalle 18) l'immarcabile DeVante Parker: Miami sacka Wentz, mentre Elliott mette out dalle 49 il field-goal che potrebbe accartocciare la stagione di Philadelphia, fallosa con Jernigan e sempre più martellata da Fitzpatrick e dal suo braccio di precisione robotica (Hurns, Wilson e, per il 26-28 non convertito causa sack-Eagles, Gesicki), prima ancora che tradita su un 3rd e 4 da una Pass Interference da -12 yards di Mills. Fitzpatrick assegna la colonizzazione delle ultime 15 più conversione a Laird per il 34-28 e passa due fondamentali medi a DeVante Parker e Smythe, affinchè Jason Sanders possa portare a +9 il divario con 3'37" alla fine. Wentz e Jeffery strepitosi in due down di seguito tra le loro 25 e le 37 opposte, passate viceversa da un challenge corretto a favore delle 24 yards ricevute da Agholor: poi il nulla (anzi, se vogliamo, un fumble sfiorato dai Dolphins) fino al field-goal di Elliott (31-37) e all'intercetto di Lammons a bloccare il lunghissimo finale di Wentz.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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