A Mark Gastineau da anni si è interessato, trionfalisticamente e non, qualsiasi genere di cronaca giornalistica, dalla sportiva alla gossipara alla 'nera'. Valente defensive-end dei New York Jets, compagno dell'attrice danese Brigitte Nielsen - ex signora Stallone -, per assistere la quale dopo la diagnosi di un cancro all'utero avrebbe anche smesso prematuramente di giocare (motivazione successivamente sbugiardata), due arresti, cinque chiacchieratissimi anni da pugile vincente in incontri rivelatisi poi truccati, una conversione religiosa e, dal 2016 ad oggi, il conto salato presentatogli da una vita condotta sempre 'sopra ritmo' con le diagnosi consecutive di Parkinson, Alzheimer e di un tumore al colon, almeno quest'ultimo a quanto pare sconfitto. Nel mondo del football si è visto e sentito di molto peggio, ma certo è che anche una parabola discendente come quella di Gastineau non può che ispirare al lettore, esperto del settore o neutrale che sia, un sentimento di compassione che si fa ancor più forte nell'apprendere le ultime notizie che riguardano l'ex Jets: la recente manifestazione del desiderio di vedersi riconoscere il record di 22 sack in una sola stagione NFL (la 1984, l'anno prima si era fermato a 19). Un primato rimasto imbattuto fino al 2001 quando, di misura, Michael Strahan lo superò in un Giants-Packers. Ma, secondo Gastineau, non con un sack vero e proprio, dato che Brett Favre - questa la contestazione -, il quarterback di Green Bay, era andato giù da solo con la palla prima di subìre il contatto. Un particolare che viene fuori sicuramente troppo tardi, ma certo non per caso in questi anni tanto difficili per Gastineau, evidentemente assalito dalla nostalgia dei bei tempi andati e, forse, dalla consapevolezza che il football, senza un record che porti il suo nome, lo abbia oggi completamente dimenticato.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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