Texans come i Falcons nel Superbowl del 2017: ma durando di meno e neanche arrivando all'overtime. E quando gli ricapita alla squadra di Bill O'Brien un'occasione del genere: 21-0 in un quarto e 24 al 19esimo minuto di gioco in un Divisional Round da trasferta? Non so dirvi quanto Kansas City li abbia considerati poco pericolosi - ma non credo, visto il precedente di campionato pure quello all'Arrowhead Stadium -: anche sia stato così, certo nel prossimo week-end non ci ricascherà riconoscendo ai Titans quel rispetto che Tennessee si è guadagnata vincendo partite-playoff in giro per gli Stati Uniti, tra il Massachussets e il Maryland. Piuttosto sono i Texans a scontare una loro autosopravvalutazione: difficile non comprenderli se Watson e Stills si cercano tra una metacampo, l'altra e la endzone dei Chiefs (7-0), Lonnie Johnson recupera il punt (stoppato) di Colquitt e, dalle 25, passeggia fino al touchdown, Hill ne svirgola un altro in presa, Crossen ruba e Fells riceve il 21-0 Houston, con Kansas City che sacka Watson con Clark ma liscia un paio di prese tutt'altro che enciclopediche nei 3rd down passati da Mahomes a Robinson e allo stesso Hill, per la verità colpito (senza flag) da Reid. Non mancano mezza ricezione, dall'altro lato, Hopkins e Stills: Watson aggrega Hyde (ex di KC per pochi mesi e, perciò, dal dente iperavvelenato) e Duke Johnson: O'Brien non si permette un 4th e 1 altezza 13 e fa calciare il 24-0 a Fairbairn dalle 31. Fossero affondati ancora i Chiefs lo avremmo visto il ritornissimo di Hardman da 58 yards e, ad effetto domino, l'incredibile rinascita di Kansas City? Mahomes e Kelce indiscutibilmente i padri legittimi di questa nuova creatura, da qui alla fine, spettacolosa ai limiti e oltre del formidabile: catch and run dalle 11 al touchdown di Damien Williams, punt 'girato' dai Texans in corsa a sorpresa (Reid, però, placcato a metà strada e sulle 33 ospiti da Sorensen: questa sì un'imprudenza ingiustificata, altro che quel 4th down corto di poco fa), Kelce che si porta a casa 28 yards di penalità e, con tutta la palla, il suo responsabile - Lonnie Johnson - in endzone (14-24), infine ancora Sorensen che travolge Carter in procinto di ritornare da kick. Thompson riprende e potrebbe iscriversi a referto, ma si accontenta di procacciare ai suoi 'appena' 18 yards, per le 6 che fisserebbero il -3 stanno lì apposta Mahomes e Kelce. Pensa di sognare Houston: se così fosse Watson si sveglia in tempo per sventare un fumble, vedere Mathieu (altro ex) attaccare Hopkins su un 3rd lungo e tornare in panchina a riposare, ma ben sveglio e conscio che invece il disastro sta avvenendo sul serio, tra flag recidive (pass-interference fischiata a Lonnie Johnson), field-goal falliti (Fairbairn dalle 51) e un incontrastato tris di corse di Mahomes, calato sul tavolo con l'appendice di un morbido smistamento-palla in touchdown (28-24) per Kelce con Cunningham a braccare lui e Reid-Martin a guardarsi senza scampo dall’innarrestabile tight-end in rosso. Non si ferma Kansas City e non rallenta Mahomes, avanzato da Watkins sulle 12 e premiato da due corse brevi di Damien Williams, con gli arbitri che continuano a sotterrare Houston con palate di penalità (Roby e Cunningham). Kansas City, per digerire al meglio un extrapoint fuori di Butker (41-24 Chiefs), si alza dal banchetto, lasciandone le ultime briciole a Stills, Hopkins, Fuller e, con progressione e salto in touchdown su Hitchens e Wilson (31-41) Watson. A Hardman e Watkins, però, la fame torna presto: il regale Mahomes, poi, si fa voler bene anche da chi, tra i suoi sudditi, è più indietro nelle gerarchie. Liftato a Blake Bell - all’esordio in un playoff - sulle 6, Adams è troppo distante anche solo per sfiorarlo: 48-31 Chiefs.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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