Scuse doverose ai Redskins: non hanno smesso affatto di combattere, strada sulla quale viceversa sembra si siano ormai indirizzati senza ripensamenti i Lions, oggi una collettiva versione moderna dell’omerica Penelope. Portano via subito, con Kennard e Wilson, la palla a Haskins, mettono fuori il field-goal di Prater dalle 39, si fanno assediare dentro le proprie 10 da McLaurin, Guice e Harmon (ok Hopkins tra i pali, 3-0 Washington) e, proprio dopo aver aggiustato la mira al piede (3-6), anche infilzare dalle 9-Redskins da un ritorno da 91 yards di Sims, che pure deve perder tempo per raccattare palla da terra prima di avviare il turbo. Ioannidis sacka Driskel, Moreau lo intercetta con un volo eccelso e cede all’impeto difensivo di Washington anche Scarborough, abbatttuto con fumble da Allen e Holcomb: Nicholson recupera, mentre Haskins spara su McLaurin e Richardson. Il sack di Robinson lo indietreggia di 3 yards, Holcomb e Kerrigan rispondono su Driskel con Hopkins e Prater che devono intervenire riaprendo una nuova sfida al calcio: uno su uno per entrambi e Washington conserva un +7 che Detroit gli porterà via alla risalita dagli spogliatoi assieme a Scarborough, James e Marvin Jones che accerchiano la preda e Driskel che lancia in endzone a Thomas un 3rd e 1 dalle 19. 13 pari con sack di Davis a Haskins, altri due 3rd down messi a posto da Jones e sempre Thomas (Prater a segno dalle 21) e un intercetto di Oruwariye: poi torna Penelope (flag contro Walker) e Washington sacka Driskel (sfiorando anche il turnover) con Sweat, passa un 3rd e 1 con Peterson, sale a quota 16 con Hopkins dalle 42 e, stavolta sì, si riappropria della palla con Dunbar a 48 secondi dalla fine del match. Haskins, Harmon e McLaurin portano a bordo yards preziosissime per un altro field-goal di Hopkins (19-16), con il secondo intercetto di Fabian Moreau i Lions si riaccomodano al telaio della signora Ulisse. Che, ormai, a Detroit lo aspettano già per l'anno prossimo.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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