Neanche il timore reverenziale del loro nome e di quello del Gillette Stadium questi Patriots riescono a incutere nei sesti di Division. Tennessee squadra dalla buona organizzazione generale, la sua invece New England l’ha vista svaporare per gradi e per settimane, fino a rimanerne completamente priva a playoff ancora lontani. Della serie: nel paese degli orbi chi ha un occhio solo è re. A tal proposito Brady scende dal trono povero in canna e senza eredi: decisioni personali (il rl ritiro di Gronkowski), discutibilissime operazioni di mercato (perchè tagliare Demaryius Thomas?) e eventi imprevedibili (la faccenda-Antonio Brown) gli scansano dal mirino troppa gente importante, stasera Landry lo manda gambe all’aria al secondo passaggio e Tannehill avanza in postseason al suo posto lanciando appena 72 yards, con Derrick che ne corre 182 (su 201 di squadra) ricevendone altre 22. Con Watson e White migliorìe evidenti, ma al tirar delle somme Patriots a segno solo con il field-goal di Folk dalle 36. Henry già ora senza freni: chiede solo un paio di down di recupero a Tannehill, che esegue ok su Sharpe e – dalle 22 in touchdown - a Firkser. Michel e Burkhead gradiscono malvolentieri, Brady (Watson e Sanu) non vuole fermare a 41 la sequenza di partite consecutive playoff giocate in carriera da titolare. Coach Vrabel commenta con l’espressione di chi ha appena trangugiato un litro di caffè insaporito con sale il taglio trasversale sullo snap e la corsa di aggiramento di Edelman per la endzone (10-7): sa che ai Patriots, anche se in un burrone, mai bisogna lasciar afferrare il capo della corda legata alla roccia della salvezza e la mano aperta a ribattere da distanza ravvicinata un pass di Tannehill gliene dà la conferma, idem il ritorno da 23 yards di Sanu per le corse di Burkhead e Michel e un secondo, graditissimo calcio da 3 (13-7) di Folk, preceduto dallo stop di Evans allo stesso Michel sull’ultima yarda di campo ospite. Tennessee, che è davvero Henry e solo Henry, l’unico a toccare la palla con Tannehill facendola viaggiare verso il touchdown nel drive da over-70 yards del 14-13, non ferma un potenziale intercetto su presa balbettante di Watson e si chiude in endzone su un 4th e 2 Brady-Edelman ribattuto da Jackson. Secondo tempo senza punti per New England, ma con una flag offensiva contro Mason - non vale il lungo di Brady a Watson oltre le 30-Titans – e una difensiva – pass-interference di Jones su un 2nd e 13 per Sharpe –. Capisci che Belichik non ha trovato la soluzione di svolta per i suoi quando ti trovi a constatare come i Patriots lascino andar via senza infliggere punizioni decisive un sack-fumble (Van Noy, ma ricopre Tannehill), un fumble senza sack (qui per primo sulla palla ci arriva il favoloso Henry odierno) qualche flag in eccesso di Tennessee (Ryan, Woodyard, un Delay of Game, una Illegal Formation) e perfino un intercetto (Harmon) dopo neanche 10 secondi di ultimo periodo. New England affronta l’irreparabile con un insolito atteggiamento di rassegnazione: ottimo il punt da 58 yards di Kern a 15 secondi dal termine (e siamo sempre +1 Titans), ma Edelman guarda fin troppo sorpreso il pallone planargli alle spalle: e quando Brady riavvia l’azione dalla sua endzone Ryan lo intercetta sulle 9 ritornandogli indietro il touchdown che scrive un'altra storia. La storia di Tennessee, la storia di una nuova NFL.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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