Jon Gruden sa benissimo di aver già fallito l’accesso ai playoff quando al touchdown del -1 di Renfrow fa seguire una conversione da due punti che finisce contro la manona di Shelby Harris. Avrebbe chiamato lo stesso gioco in caso contrario? Una domanda, certo la più irrilevante, tra le tante alle quali il coach dei Raiders dovrà dare una risposta accettabile da qui alla prossima stagione: certo una in meno se Carlson avesse trasformato il field-goal di metà primo quarto dalle 39. Il football ti offre presto o tardi possibilità di recuperare, ma capita che certi errori possano rimanere lì ad incombere sulla tua coscienza per l’intera partita pur se metti dentro il successivo calcio da 3 punti, con Denver che aveva fermato la formidabile catch and run di Waller (75 yards dalle sue 8) e, ottenuta la gestione della palla, ripristinato le distanze con Lock su Sutton e Hamilton, Booker a correre e McManus a centrare i pali dalle 43. Impensabile a Oakland una temperatura di 0 gradi, eppure le gambe che girano a miglior regime sono quelle dei Raiders: Richard e Washington giù per le 5 avversarie, poi Carr ok in endzone dalle 13 per Renfrow a precedere Jewell. Depennati dagli arbitri sia il touchdown (dal challenge, che ferma l’azione prima) che (dal formidabile balzo dall’esterno di A.J. Johnson su Ingold) il 4th e goal che ne deriva. Disdette a catena per i Raiders: Marshall ferma Ateman e gli porta pure via il pallone ritornandolo per 12 yards, quante ne corre Lock e quasi quante ne perde Oakland per la pass-interference di Mullen su Sutton. La ricezione di Beck da 1st e goal altezza ultima yarda sull’arretramento di Lock fin sulle 11, a 28 secondi dall’intervallo, migliora punteggio e gioco dei Broncos: per i nero argento di Gruden perdurano gli affanni e non c’è seguito ad un paio di buone cose sporadiche (una run di Washington da oltre 30 yards e un quasi-fumble Sutton-Riley). Al contrario: Raiders fallosi su un 2nd e 12 riportato al 1st e 10 (violenza non necessaria a danno di Sutton) dimezzato da Lindsay e Fant. McManus calcia preciso dalle 49 il 13-3, poi lo bissa più o meno dalla stessa posizione al tramonto di un terzo quarto a senso unico. Nell’ultimo periodo Washington spinge i suoi alla reazione portandosi dietro Zay Jones e Gafford, il field-goal di Carlson dopo il sack di Attaochu a Carr e un caparbio 1 su 2 di Oakland quanto a ricopertura-fumble. Se dice male a Smith, che ferma il ritorno di Spencer ma sul pallone ci arriva prima di tutti Devontae Booker, Ferrell è il più pronto ad intromettersi tra uno snap e Lock e richiama Carr all’azione, certo mai pensando ad un suo Intencional Grounding che solo un altro field-goal di Carlson riescono parzialmente ad aggiustare (9-16 Broncos). McManus, però, ad epilogo di un drive povero solo delle 7 yards di run di Lindsay, non lo impatta con quello a propria disposizione dalle 57 e overtime-Raiders distante un solo touchdown con relativo extrapoint. Carr disincaglia un 4th e 2 da Ateman – il challenge conferma -, lancia Renfrow sulle 6 e in endzone dalle 10, Shelby Harris gli fa cadere la palla di conversione a 7 secondi dal termine.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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