Gli impresentabili Rams (non) visti domenica scorsa a Dallas fanno il male dei Cowboys, ingannati da una prestazione illusoria contro un avversario di valore solo di nome. Come potrebbe essere anche questa Philadelphia, indebolita da un’impressionante costante-infortuni stagionale, ma che ormai ha capito come giocare – e finalmente vincere - nell’emergenza. Senza Agholor e Howard, per tacere degli scomparsi Jeffery e Jackson, anche in questo dentro e fuori divisionale: eppure c’è fiducia nei palloni che escono dalle mani di Wentz incastrandosi in quelle di Arcega-Whiteside e Ward. Jake Elliott al calcio da 3: per Pederson, magari, un ricavato non troppo soddisfacente, più importante però che lo sia la qualità del lavoro svolto per maturare un guadagno rimpinguato da un inarrestabile Sanders e da Wentz, che dalle 14 punta e centra Goedert in endzone. Dallas rinforza le proprie trincee con Woods e Lawrence, che interrompono il volo di un paio di passaggi di Wentz, impreciso poi su un 4th e 1 direzione-Perkins, mentre l’avanguardia-Cowboys si mette in marcia solo nel secondo quarto con Gallup, Prescott e il field-goal di Forbath dalle 49. Peters (blocco irregolare da -10 yards) e Jake Elliott (out al piede dalle 53) rovinano uno scintillante drive di Goedert, avanti senza paura con Wentz fin sulle 35-Dallas, di là invece gli unici Cowboys armati sono Prescott e Gallup, con Forbath che scrive il finale dell’opera con altri 3 punti (6-10 Eagles) mentre Cox incorna Pollard per la ‘persa’ recuperata da Phila (con Jenkins) tramite challenge, Wentz si avventura da Ward e Ertz per nelle 10 ospiti, polverizzate in tre tornate da Sanders. Con 6 punti in più sarebbe già finita a inizi ultimo parziale, ma neanche si può granchè imputare a Jake Elliott un’altra mancata trasformazione al piede dalle 55. Prescott non vorrebbe mollare (gran 4th e 9 su Cobb), tantomeno Forbath (field-goal dalle 49) e Quinn (sack-fumble a Wentz, che ricopre): cederà dopo un ulteriore tris di completi, sempre in zona-Cobb, sull’ultimo sack di Curry.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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