Molto bravi a rimontare svantaggi anche cospicui spesso rimediati nelle prime fasi delle loro partite, ma quasi mai a produrne di propri i Tampa Bay Buccaneers. Se vi è venuto in mente Jameis Winston stavolta avete ragione in parte: lui contribuirà alla sconfitta dei suoi prendendo intercetto e ritorno in touchdown ad overtime appena cominciato (una coincidenza?), ma questa partita la allunga fin troppo non solo lo 0 su 3 totale ai field-goal di Matt Gay, ma anche - a nemmeno 5 minuti dal kickoff - l’indifferenza con cui Tampa Bay si fa infilare alle spalle dalla catch and run sul pass in verticale di Ryan dalle 17 alla endzone di un offensive-tackle, Ty Sambrailo, sul contrattacco post-ritorno da 21 yards di Ogunbowale, poi, la corsa di Ronald Jones è fermata da Tuioti-Mariner con fumble ricoperto da Deion Jones. Si aggrega alla combriccola anche un terzo Jones, Julio, ricevendo un 3rd e 6, quindi Koo calcia dalle 27 il 10-0 Atlanta: Winston, proprio perché finora non coinvolto in questo sfacelo di partenza, fluido su Perriman e Grayson, ma non è all’altezza il field-goal di Gay, fuori dalle 49, a differenza del sack di Vea a Ryan e del blocco di White a Gage sulla strada intermedia di un 3rd e 15. Atlanta capisce di non poter sottovalutare la qualità del lavoro della ditta Winston-Perriman, tantomeno le accelerate di Barber, e di doversi affaccendare in altra maniera contro una avversaria che non ha paura di giocare al lancio – trasversale stretto dalle 9 – un 4th e 2 acchiappato sicuro da Brate in touchdown (7-10), ed è molto aggressiva su Ryan. Coach Arians, però, non si dispera quando deve pagare 25 yards totali di penalità (Vea e Adams) solo con il field-goal di Koo dalle 33 (13-7 Falcons): li piace molto meno l’intercetto di Ricardo Allen a Winston, anche questo tuttavia dazio evidentemente programmato se un paio di minuti più tardi Pierre-Paul sposta il braccio di Ryan alterando la traiettoria del pass per una ripresa da terra dell'ovale e le 91 yards di ritorno in touchdown di Devin White (14-13 Tampa Bay). Un’altra partita rimessa clamorosamente in piedi dai Bucs, per i quali Julio Jones e Freeman restano ossi duri non ancora spolpati, così come Pierre-Paul che ha ancora qualcosa da dire a Ryan: sack a quasi un down dallo scrimmage e field-goal di Koo dalle 45 per un significativo avanzamento dei Falcons (16-14) che, nelle mani - uscita esterna e maestoso lungo dalle 35 agguantato altissimo da Perriman in touchdown – e nei piedi – conversione ok di corsa – di Winston finisce per farsi nullo all’intervallo. +6 Buccaneers (22-16), perpetuamente e incredibilmente puntuali in tutto il terzo periodo – più una lieve sconfinata nel quarto - nell’alternanza di cose egregie e meno egregie: un ritorno di Ogunbowale e altre 51 yards portate giù palla in mano da Ronald Jones, Franklin e Winston, un fumble provocato da Keith Smith ma sventato da Edwards, gli altri due field-goal fuori bersaglio di Matt Gay (44 e 34 yards), il ‘muro’ ad una mano di Gholston su un 4th e 1 Ryan-Freeman. Se Tampa Bay non raddoppia, Atlanta dimezza – Hooper, Hill e Gage sbucano sulle 25 dei Bucs, Koo va nei pali dalle 34 –, all’ultimo secondo pareggia a 22 prima che con il calcio vincente del suo kicker coreano con due completi di Ryan (4th e 4 e 3rd e 12 da Gage e Hardy) e, al primo down dell’overtime, ‘stacca’ intercettando con 27 yards di ritorno in endzone Winston con Deion Jones.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
Comments