Media identica a quella di Dallas, sua avversaria di Thursday Night, e addirittura migliore di quella della rivale divisionale dei texani, Philadelphia: eppure, se Chicago perdesse dai Cowboys, la postseason potrebbe già scordarsela stasera. Postseason che, invece, andrà ora a giocarsi, speriamo - per lo spettacolo - con la medesima combattività di stasera, nelle due proibitive trasferte di Green Bay e Minneapolis. Combattività al contrario veicolata malissimo da Dallas, che deve salutare l'Illinois e riportarsi a casa un paniere strapieno di falli commessi e di punti incassati. Una corrispondenza quantitativa di regola nociva in uno sport come il football americano, anche qualora nei primi 9 minuti del match Prescott amministra egregiamente la palla che Cobb, Elliott, Jarwin e Gallup gli portano fuori dai pericoli di ben quattro 3rd down e che, dalle 7, ancora Elliott afferra infilando il varco giusto per il 7-0. Un touchdown cui nell'angolo della endline opposta Lewis accoppia un intercetto a Trubisky che da stilisticamente fantastico il challenge fa diventare anche buono. Fuller manca quello di replica dall'altra parte, mentre Trubisky trova una flag arbitrale a favore per l'offside di Lawrence e Robinson in endzone con un fendente esplosivo. Quando il giallo lo prende Chicago (blocco illegale di Wims) e Horsted fa fuori solo la metà, pur abbondante, di un 3rd e 13, Pineiro (field-goal dalle 36) gli tributa comunque quell'equa riconoscenza che Maher non riconosce al ritorno da 20 yards di Wilson e alla run forsennata (da oltre 30) di Elliott. Fuori dalle 42 il calcio del 10 pari, altro 3rd down abbonato da Dallas ai Bears per l'infrazione di zona neutra di Bennett, con Trubisky che ne chiude un altro per poi sparare una mazzata in endzone che Robinson intercetta prima e meglio di Jaylon Smith. Si mette anche a correre Chicago: Patterson ritorna da 12 yards e schizza via di catch and run fin sulle 33, per l'accesso alle 15 ci pensa Woods con un holding, Miller riceve e fattura il resto. Fastidioso nel suo torpore indolente Prescott: Mack lo stende da dietro e, non fischiassero troppo presto gli arbitri, ci starebbe anche quel fumble che, invece, il prolungato contatto Thomas-Montgomery procaccia - con recupero di Bennett - a Dallas. Imprescindibile per gli uomini di Garrett il 4th e 3 al passaggio che Gallup cattura sulle 26-Bears e, primo down dell'ultimo quarto, il 4th e 1 in allungo sull'ultima yarda di Elliott (14-24). Risolto (parzialmente) il problema-Prescott, come la mettiamo con Robinson? Se lo aggredisci fai fallo (Jones), se non lo tocchi ti agguanta 22 yards di lancio, se lo guardi con mille occhi ti parte Trubisky dalle 29 in fondo (31-14 Bears). Tornando a Prescott: indovina un 2nd e 10 da 26 yards mentre da qualche parte Austin sta piazzando un blocco illegale, se la cava di 3rd e 2 su Cooper e si consola con l'aglietto lanciando il touchdown più bello della partita a Gallup sull'esterno sinistro della endzone. Ma nei due quarti di centro dov'era sparito? Bravo ancora da Gallup, Witten e Cobb, ma il tempo stringe e Garrett chiama field-goal (Maher ok dalle 31) per sperare in un fumble da kick corto. Niente da fare: Miller blocca, Trubisky si inginocchia e Chicago vince 31-24.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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