Le congetture sull'importanza di una sconfitta per garantirsi una chiamata da poleposition al prossimo Draft non ci entusiasmano. Lo sport ci piace quando è vero come le lacrime di commozione, trattenute con molta fatica, di Eli Manning e gli applausi alla sua carriera al capolinea da parte del Metlife Stadium, dove alla loro seconda consecutiva i Miami Dolphins crollano rovinosamente alla distanza. Sbagliano subito un field-goal con Sanders dalle 49, ma non hanno comunque intenzione di rendere onori gratuiti a Manning, sackato con flag (Needham) e non (Eguavoen). Laird, di contro, invitato da Tomlinson e Love a passare alla prossima su un 4th e 1, Fitzpatrick - con Gesicki e Wilson - più tranquillo nelle 20-Giants e perfetto dalle 27 nel trasversale in endzone agganciato da Parker. Miami insiste con le scorrettezze, ma non pagherebbe col touchdown la pass-interference rilevata a Brooks senza il doppio buco difensivo nel quale si infila, ricevendo sulle 29, Tate: poi però intercetta Manning con Biegel (e, a fine secondo quarto senza opportunità di contrattacco, con Needham), pedala fin sulle 6 con Parker e Hurns e calcia (bene) da 3 (Sanders dalle 24, 10-7).
Altri Giants e un altro Manning dal terzo quarto in poi: Latimer ritorna da 21 yards e ne riceve 16 su un 3rd e 3 altezza 15-Miami, Slayton in endzone per il +4 e, dall'altro lato del campo, Ogletree e Williams durissimi su Fitzpatrick in corsa. Niente flag: ci sono invece fumble (ricopre Chandler), intercetto newyorkese di risposta (Baker), una run di Laird e il field-goal del 13-14 di Sanders. Dolphins fallosi (flag ancora maledette per la squadra di coach Flores) su un punt già eccellente di suo di Dixon, e non una volta sola: holding di Harris, falsa partenza di Webb e, in endzone il placcaggio di Beal a Laird per la safety del +3 New York. Un altro ritorno da urlo (Scott, 34 yards) e due completi da 29 yards di Manning a Sterling Shepard pongono Barkley nelle migliori condizioni per aggirare la linea dalle 6 e saltellare in endzone. Miami in tilt: 0 yards guadagnate nel drive d'attacco a seguire e 66 cedute (senza abortire neanche un gioco dei Giants) in quello ancora dopo, dominato da quelli di sopra. Manning ricama, Sterling Shepard è onnipresente, Barkley può deviare di nuovo verso l'angolo della endzone (30-13). Dice la sua anche Javorius Allen con una gran run da 19 yards e un altro paio di rifinitura-touchdown (Rosas non mette l'extrapoint, 36-13 Giants), Fitzpatrick firma con Parker la marcatura più spettacolare (trasversale dalla lunga, presa in tuffo fantastica sul disturbo arcigno di Baker) e, purtroppo, più inservibile del match.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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