Chi se lo sarebbe aspettato che Indianapolis, dopo il ritiro prestagionale di Luck, avrebbe dovuto rimpiangere anche l'assenza di Brissett? Probabilmente gli stessi che oggi avranno tirato fuori un centesimo dal loro portafogli per buttarlo a fondo perduto su questi Miami Dolphins da 2 vittorie su 2 di parziale, defraudati della palla dopo due minuti (Gesicki caricato da Leonard e derubato da Moore), ma per niente intenzionati a condurre, da qui alla fine del campionato, una sorta di inseguimento a perdere con Cincinnati e Washington per andarsi ad accaparrare il prospetto migliore del prossimo Draft. Nessuna prova migliore di tali propositi del clamoroso intercetto di Steven Parker in endzone su Ebron, da cui il 3-0 al piede di Sanders dalle 47 (Fitzpatrick ok da Hurns e dall'altro Parker, DeVante), del coraggio di giocarsi un paio di 4th down (ok il primo con Grant, fermato invece da Indy nelle sue 5 Gaskin sull'altro) e dall'energico ma incompiuto sack di Baker - che si ferma lì, non rendendosi conto di aver causato anche un contemporaneo fumble, ricoperto da Mack - a Hoyer, poco dopo stoppato a sua volta (da Biegel) su un 4th e 2 e intercettato da McCain che ritorna pure 32 yards di campo determinanti per la run in touchdown di Fitzpatrick (10-0 Dolphins). Quando Indy lo sacka due volte con Leonard e Houston tutti pensano alla solita Miami, anche in altre partite brillante nel primo tempo, ma a zero energie (e punti) nel secondo: il problema odierno dei Colts è, però, come andare almeno a pareggiare quelli attualmente messi a referto dalla squadra di Brian Flores. Con le corse di Mack e Wilkins? Con le ricezioni di Hines e Ebron? Forse sì (Vinatieri segna dalle 25 e dalle 39 il 3 e il 6 a 10) e per niente sgraditi sono l'aggiunta di un intercetto di Leonard a Fitzpatrick e il contributo alla causa di Rogers e (3rd e 7) Hines per il quale poi Indianapolis entra nelle 11 dei Dolphins occupandone poi la endzone con Hoyer e Doyle. Vinatieri manca l'extrapoint (12-10 Colts), ma Indy avrebbe messo cento firme su un foglio in bianco per arrivare avanti, ora di due o di tre punti non è che faccia tutta questa differenza, a 10 minuti dal termine di un match che, è Sanders che lo vuol precisare calciando nei pali il 13-12 (sack di Sheard a Fitzpatrick), sta trovando Miami presente a tabellino anche dopo l'intervallo e ancora affamata di intercetti (Needham) corredati da field-goal (ancora Sanders dalle 48). Finisce 16-12 per i Dolphins, Houston sente odore di playoff fin dal divano di casa Texans.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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