Tornassero indietro di dieci giorni rigiocherebbero alle stesse condizioni la partita-bolgia contro gli Steelers, con l'unica eccezione di quei maledetti ultimi 8 secondi. Ormai, però, andata come andata, i Browns sono in ballo e devono ballare: a ritmi infernali, da qui alla diciassettesima giornata, poi tireranno una riga e faranno i conti. Dolphins automatiche vittime predestinate delle corse di Chubb e Hunt, dei siluri spaventosi di Mayfield, delle prese impossibili di Landry (7) e Beckham (14-0 a primo quarto non ancora finito: touchdown sublime dalle 44 quest'ultimo dell'ex Giants). Flag contro Wiltz, McMillan e Crawley, fumble scongiurato da Fitzpatrick, intercettato a seguire da Schobert: Miami soffoca, mentre Mayfield fa divertire Carlson e Demetrius Harris, si sposta lateralmente portandosi dietro la pressione della linea e, con visuale quasi a zero, inquadra Landry in endzone dalle 18. Dolphins demoliti anche dal challenge che fa completo un passaggio di Mayfield a Beckham per un holding di Needham, Hunt li aggira sulle 6 e corre dentro. I Browns, che vedono già lo spogliatoio imminente arredato come una spa, anticipano il rilassamento relativo di un minuto: Fitzpatrick, Albert Wilson, Gesicki e Parker possono così guadagnarsi le 18 avverse senza impedimenti, Sanders trasforma il field-goal del 3-28. E’ ancora Miami a farsi notare alla ripresa: Lewis intercetta Mayfield (Beckham tocca, ma non blocca), ma Ballage, Wilson e DeVante Parker devono comunque costruirsi da metacampo una controffensiva che non finisce di nuovo con un calcio da 3 per l'ottimo diretto terminale di Fitzpatrick a Gesicki. Cleveland sonnecchia ancora: Chubb arriva di là con Beckham e Landry, Godchaux e Trent Harris però sackano Mayfield e Seibert spara out al piede dalle 46. Sarebbe esagerato definirlo momento di difficoltà, ma una scossa la squadra di Kitchens deve darsela, diversamente magari dalla violenza non necessaria che penalizza Mack Wilson e i Browns che, tra il fallo del loro linebacker, i due avanzamenti Fitzpatrick-DeVante Parker e una run di Laird, perdono 53 yards di campo. Fitzpatrick cade da Richardson, ma è in piedi dalle 15 fino al touchdown (17-28), Mayfield risale a piccole, ma parecchie dosi (Demetrius Harris, Beckham, Landry e due flag a favore): idem Cleveland (due field-goal di Seibert dalle 40 e dalle 27, sack a Fitzpatrick da Carrie) che, ridoppiati gli avversari (34-17), ricarica fiducia, ruba le 30 di Miami con l’intercetto di Schobert, ne subisce un altro 90 secondi dopo (da Baker, che ritorna pure una sessantina di yards: ma avevamo scherzato, è flag contro Steven Parker) e penetra l’endzone-Dolphins con Chubb. Sul 41-17 è quasi orario di riapertura di quella bella spa rigenerante: e allora Fitzpatrick può di nuovo giocare tranquillo con Devante Parker, Gaskin e (lungo dalle 26) Hurns. Finisce 41-24 per i Browns.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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