Dovrebbero onorare non tanto questa sbagliatissima stagione i Rams quanto, piuttosto, quella dello scorso anno, il Superbowl mollato nel finale ai Patriots per una sola azione di gioco. Il che non implica la possibilità di battere gli spaventosi Ravens attuali, ma magari di poterli avere a distanza di sicurezza quando, mediamente, un qualsiasi match di football entra nelle sue fasi decisive. Più o meno nel secondo tempo, cioè, un secondo tempo che invece stasera inizia sul tanto a poco Baltimore. Labile il confine losangelino tra l'indisponenza e una imbarazzante vulnerabilità: la sensazione è che Littleton e compagni non sappiano proprio dove mettersi per osteggiare intanto le corse e i passaggi di Lamar Jackson poi, eventualmente, le ricezioni di Marquise Brown (quelle, due, del 14-0 Ravens in 6 minuti), rookie tra i meno celebrati, ma - e non solo perchè gioca a Baltimore - più forti della Lega. Nero totale anche di là: Goff prende sack da Smith, Gurley, Everett e Cooks fatturano già tanto per far spuntare il naso di L.A. in redzone e far tirare nei pali i primi punti del match a Zuerlein. Sackato anche Jackson (Ebukam e Gaines insieme), ma è un episodio fortuito: la normalità sono i completi su Brown e Roberts e le corse, sue e di Ingram, da 17 yards totali. 21-3 Baltimore: l'Edwards di casa (David, altro rookie) rimette in piedi Goff, atterrato da Judon, evitando il carico del fumble e prendendosi mezza paternità del secondo field-goal a bersaglio di Zuerlein (6-21), ma ci sono troppi galli da combattimento nell'allevamento dei Ravens, e contrariamente a quanto dice il proverbio, questi cantano tutti nei momenti giusti. Jackson mette su 30 yards di spinta con Hill e saggia le prese di Roberts e Snead, smarcato in touchdown dalle 15. Rams in spogliatoio con un mal di testa che non curi mica con pasticche di Novalgina se quando si riparte Ingram e Andrews sono ancora lì a frastornarti il sistema nervoso: l'ex Saints - che regalo di New Orleans ad Harbaugh - si sperimenta anche da wide-receiver navigato e acchiappa in touchdown il 35-6, Jackson riprende a far sentire importanti i suoi bravi soldati di retrovia (Hill e Roberts), manda tra i guanti di Boykin un 4th e 4 da 15 yards e si appoggia esterno su Snead che, dalle 6-Rams, punta all'angolo più vicino della endzone. 42 punti a quarto parziale appena nato per Baltimore, tutti giunti da mèta: manca all'appello un field-goal e, volendo essere fiscali, pure un paio di intercetti. Ecco il primo, di Marcus Peters, uno che Goff e i suoi attaccanti li conosce meglio di chiunque, con ritorno da 22 yards e calcio positivo di Tucker dalle 34 (i Ravens hanno già mandato a lanciare Griffin), l'altro - con 1'28 sul cronometro - è firmato da Jimmy Smith.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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