Già troppo il terreno perduto in Conference: Miami deve andarsene a riprendere almeno una porzione fuori e parte dalla sua endzone con benaugurante ritorno e successiva bella ricezione in tuffo di Grant. Fitzpatrick fa correre Gaskin, vede un buco centrale dalle 3 e lì fa entrare il 3rd e goal del 7-0 per Preston Williams, quindi – assieme a Jordan Howard – sgamba anche lui tra le 13-Jaguars e il touchdown dell’ex Bears. Shenault e Cole danno a Jacksonville due terzi down da 27 yards, James Robinson chiude di run dalle 11 per il 7-14, ma nè disattiva la circolazione della tanta adrenalina positiva che stasera abbonda nel corpo dei Dolphins, nè appanna le idee nella testa di Fitzpatrick (chiuderà 18 giochi su 20), che esce dalla tasca e ci rientra sul brevissimo transitando al di là di un 4th e 1, vede Parker (3rd e 6) sulle 35 e manda alle spalle di tutti i Jaguars una palla dalle 15 che cade in touchdown assieme a Gesicki. Giù con l’ovale anche Minshew, ma perché ostaggio del sack di Grugier-Hill su un 4th e 6 da -10 yards e, in chiusura di terzo quarto, ancora caricato da Van Noy sulle sue 10 con fumble, penalità con espulsione (Cam Robinson), turnover, pass-interference difensiva (Watson) e run finale di Fitzpatrick (28-7 Dolphins). Mancherebbe niente pure per un intercetto di Perry (gli arbitri riguardano e assegnano l’incompleto), come di millimetri Robinson prende ma non porta un 4th e 11 oltre il limite dell’ultimissimo trancio di yarda. Jaguars solo ora aggressivi su Fitzpatrick (sack di Allen) e pungenti dall’altra parte con Conley, O’Saughnessy e Westbrook, fermato con il fallo da Hayes: Robinson sfonda in endzone, Wright – il vice di Lambo – fallisce l’extrapoint (13-28 Dolphins) e Miami porta a conclusione il piano di annientamento di Minshew affondandolo con Van Ginkel su un 4th e 5, dal quale agli ospiti, pur ripartendo sulle 20 avversarie, interessa ricavare anche solo un field-goal (Sanders ok dalle 30), e intercettandolo con Xavien Howard. Jaguars 13 Dolphins 31.
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