Non si fidano delle stelle che, sul campo della attuale, migliorata Las Vegas illuminano questa trasferta nevadiana dei Chiefs: Kansas City, in effetti, pur certa di cosa temere da questa partita, lamenta comunque ancora difficoltà nel digerire la scorsa sconfitta in casa contro gli Eagles, problematiche che O’Connell-Adams acutizzano, preparando lo strappo centrale di Meyers (3rd e 5 dalle 18, 7-0 Raiders). In più si uniscono alla agguerrita combriccola Jacobs/Renfrow, se ne esce malamente out il field-goal di Carlson, ma tutto torna a posto quando, infilando una run da 63 yards nei blocchi di Miller/Mayer, Jacobs depista Edwards per un 14-0 LV forse troppo precoce perchè si possa sperare, da parte Raiders, una altrettanto prematura consegna delle armi da gente come Mahomes-Kelce, carismatiche guide spirituali al contrario dell’entusiastico rampantismo di Rice e, dalla minima, Pacheco (7-14). Riecco Kelce, qualora qualcun altro dei Chiefs avesse ancora dubbi su chi convenga stare ad ascoltare: tra costoro non c’è certo Justin Watson, resistente al tackle di Spillane per la raccolta facile del 3rd e goal di Mahomes, colpevolmente non monitorato da Moehrig (14-14), tantomeno Gray e il già testato Pacheco, perfetto nel fotocopiare, contro Masterson, l’identica run-touchdown della sua prima mèta (21-14 KC). Il sack di Crosby incita quii Raiders a tornare arrembanti, gli obbediscono O’Connell-Meyers (3rd e 4) e Sneed rischia la flag con una cinturata ad Adams: per quanto serva a LV il corrispettivo calcio, qui ok, di Carlson (17-21), soprattutto se posto a paragone della volata dalla 39 di Rice cui, mentre Valdes-Scantling blocca Moehrig, Hobbs può solo sottomettersi (28-17 Chiefs). Come del resto deve fare Jacobs, respinto retroscrimmage – 4th e 2 – da Tranquill/Chris Jones sulle 17 di casa, lungo le quali l’holding di Humphrey intralcia sì KC, ma al prezzo accettabilissimo del field-goal finale di Butker: 31-17 Chiefs.
Fabrizio Mancini
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